tuffati nella Salentiveness
Galatina – Dove il barocco ha perso la testa (e ci ha guadagnato lo stomaco)
Tra Lecce e Gallipoli, dove il Salento cambia umore ogni 5 chilometri, sorge Galatina, la città che ha barocco quanto basta, ma con un tocco di mistero, spiritualità e… dolci che sfidano la dieta mediterranea.
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🎨 Un centro storico da passeggiata lenta
Passeggiare per Galatina è un po’ come aprire un libro illustrato scritto da un architetto con velleità artistiche e la passione per l’esagerazione.
Balconi fioriti, portali scolpiti, cortili segreti che sembrano set cinematografici e chiese barocche che si contendono l’attenzione… ma una sola domina su tutte.
⛪ La Basilica di Santa Caterina d’Alessandria
Dimentica Santa Croce per un attimo. Qui c’è un’esplosione di affreschi medievali, un mix tra la Cappella Sistina e una graphic novel trecentesca.
Costruita nel XIV secolo per volere di Raimondello Orsini del Balzo (nome che suona già nobile e inquietante), la basilica è una meraviglia gotico-romanico-barocca con affreschi che ti fanno dire: “Aspetta… questo è Salento?”
Fun fact: Si dice che l’ossicino di Santa Caterina sia custodito proprio qui. Chi vuole può provare a chiederle la grazia di resistere al pasticciotto.
🥐 Il pasticciotto: nato qui, non altrove
Sì, è a Galatina che nasce il pasticciotto, e chi dice il contrario ha bisogno di un pellegrinaggio in via Vittorio Emanuele.
Un tempo rimedio per gli avanzi di crema, oggi è simbolo gastronomico del Salento. Croccante fuori, bollente dentro, è il Bignami della vita: dolce ma complicata.
💃 Taranta, santi e spiriti antichi
Galatina è anche terra di pizzica e taranta, non quella da festival, ma quella originale, primordiale, che si suonava per esorcizzare le donne pizzicate dalle tarante.
La Cappella di San Paolo è il luogo simbolo: qui le tarantate venivano a chiedere la grazia ballando e suonando tamburelli. La scienza ancora ci riflette, il Salento ci balla sopra.
Galatina non è sulla costa, ma ti lascia comunque il sale addosso. Forse è sudore, forse è emozione, forse è zucchero a velo.
È una città che non urla, ma sussurra a chi sa ascoltare: storie di santi, di streghe e di dolci che non vanno spiegati. Solo assaggiati.