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La Maledizione della Torre dell’Alto
Sulla costa tra Santa Caterina e Porto Selvaggio, emerge la storica Torre di Santa Maria dell’Alto—nota anche come Rupe della Dannata
8/1/20251 min leggere


🌙 La Maledizione della Torre dell’Alto
Amore, potere e disperazione su una rupe salentina
La leggenda prende vita nel Seicento, quando il Salento era sotto il dominio del potente casato degli Acquaviva d’Aragona, conti di Conversano, feudatari anche di Nardò. A governare vi era Giangirolamo II, soprannominato "il Guercio di Puglia", noto per il suo occhio cieco e per la sua crudeltà. Si dice che fosse ossessionato dal potere e dalle giovani donne del popolo.
Una delle sue vittime fu Lucia, una giovane promessa sposa di Nardò, innamorata del suo compagno Tommaso, un pescatore di Porto Selvaggio. Quando il Guercio esercitò su di lei lo “ius primae noctis” — il presunto diritto feudale di consumare la prima notte di nozze con ogni sposa — la coppia fu distrutta.
💔 La scelta estrema
Nel giorno del matrimonio, Lucia fu sottratta alla famiglia e condotta alla Torre dell’Alto, che dominava le scogliere di Porto Selvaggio. Raccontano che, nella notte, Lucia riuscì a fuggire, si gettò dalla rupe e morì tra le onde, abbracciando la libertà piuttosto che l'umiliazione.
Tommaso, impazzito dal dolore, si dice abbia vissuto in solitudine tra le grotte della costa. Alcuni sostengono che si gettò anch’egli dalla rupe poco tempo dopo, nel punto esatto in cui era morta Lucia.
🩸 La maledizione
Da allora, la torre venne ribattezzata dal popolo come “Torre della Maledetta”: non solo in memoria di Lucia, ma anche perché si dice che il Guercio morì poco dopo in modo violento, senza eredi legittimi e in mezzo a lotte sanguinose.
Nelle notti di tempesta o di luna piena, alcuni dicono di vedere due figure sul ciglio della rupe: una donna in abito bianco e un uomo che la guarda in silenzio.