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Silenzio e devozione nel Bosco Belvedere

Cappelle campestri, grotte e spiritualità nascosta tra i boschi di Supersano

7/16/20251 min leggere

Il territorio di Supersano, nel cuore delle Serre Salentine, custodisce uno dei luoghi più affascinanti e meno noti del Salento: il Bosco Belvedere. Un tempo molto più esteso, oggi rappresenta un residuo prezioso di quella che fu una vasta area sacra e agricola, dove spiritualità, natura e lavoro contadino si fondevano in modo profondo.

Tra i suoi sentieri si incontrano ruderi di cappelle campestri, grotte naturali e piccole edicolette votive, segni concreti di una fede popolare intima e sobria, fatta di gesti silenziosi e di preghiere affidate al vento.

Questi luoghi non erano solo spazi religiosi, ma anche punti di riferimento comunitari, dove i contadini e i pastori sostavano durante il lavoro nei campi, accendevano ceri, lasciavano offerte, si rifugiavano dal caldo e dalla paura. Alcune grotte venivano usate come ripari o rifugi spirituali, e in certi casi, come spazi di raccoglimento per figure solitarie, talvolta eremiti.

Il culto della Madonna di Coelimanna, molto sentito nella zona, rafforza l’identità sacra di questo territorio. Ancora oggi si svolgono pellegrinaggi a piedi, lungo strade sterrate e mulattiere, ripercorrendo vie antiche che un tempo collegavano i luoghi del sacro sparsi tra boschi e colline.

In un’epoca in cui tutto è visibile e connesso, il Bosco Belvedere resiste come un luogo di mistero reale, dove la fede si è manifestata in modo discreto ma profondissimo.